DIPENDENTI
ALITALIA IN PIAZZA, A RISCHIO GLI STIPENDI DI APRILE. MA VESTAGER SCHERZA
SUL DOSSIER
ROMA - Mentre i dipendenti Alitalia
manifestavano a Roma e rischiavano di non ricevere lo stipendio di aprile, la
Commissaria UE alla Concorrenza Margrethe Vestager scherzava sul piano di rilancio della compagnia.
Nel corso della conferenza stampa per presentare la nuova proposta di legge
europea sull’intelligenza artificiale. Vestager è
stata interpellata dai giornalisti con una battuta sull’eventualità di consigliare
al governo italiano l’uso dell’AI per risolvere il difficile negoziato con
l’antitrust Ue per il decollo di Ita. Vestager ha
replicato con un’altra battuta: “In molti casi, una approccio concreto e una
mentalità politica creativa è ciò di cui si ha bisogno…”.
Al di là del cattivo gusto la realtà
è che i negoziati tra Roma e Bruxelles sono impantanati. I contatti su Alitalia
tra la Commissione Ue e il governo proseguono, ma negli ultimi giorni non si
sono registrati particolari passi in avanti e l’accordo per il decollo di Ita
non è imminente, hanno fatto capire da Bruxelles fonti vicine al dossier. La
Commissione, hanno detto, non impone diktat ma evidenzia che il modello della
compagnia così com’è non funziona, mentre Ita deve poter stare in piedi da
sola. Per questo il fattore della discontinuità è un elemento chiave.
Bruxelles in sostanza non arretra di
un millimetro. Le richieste restano le solite e quindi mini
flotta di 45 aerei, personale più che dimezzato, cessione di metà degli
slot (diritti di decollo e atterraggio) all’aeroporto di Linate, divieto per
due anni di usare il marchio Alitalia. In questo modo, secondo la Commissione,
si concretizzerebbe quella “discontinuità” che la Ue pretende per dare il suo
benestare al sostegno pubblico. Il problema è che secondo i sindacati, ma anche
secondo molti esperti del settore, la formula UE significa mettere in piedi una
compagnia che nasce morta. Carente di quella “massa critica” che le
consentirebbe di tentare una ripresa. L’unico sbocco percorribile sarebbe
l’immediato “accasamento” presso Lufthansa o Air France.
A quel punto i tre miliardi di euro
già stanziati dal governo italiano se ne andrebbero in fumo nel tempo di
battere un ciglio. Bruxelles tiene anche “in ostaggio” i soldi, italiani, che
la compagnia dovrebbe ricevere sotto forma di ristori per i danni causati dal
Covid. I versamenti avvengono con il contagocce. Martedì il commissario
straordinario di Alitalia Giuseppe Leogrande, ha affermato che “Ad oggi i 350
milioni di ristori dell’Ue non sono ancora prevenuti nella disponibilità
dell’Amministrazione straordinaria”. Nel frattempo
la stessa commissione ha dato via libera, senza troppe verifiche, ai maxi aiuti
pubblici erogati da Parigi e Berlino alle rispettive compagnie di bandiere.
Che, va detto, arrivavano da una situazione ben più solida di Alitalia ma molti
osservatori hanno notato come le verifiche di Bruxelles in questi due casi
siano state estremamente sommarie.
“Anche oggi, mercoledì,
siamo costretti a scendere in piazza per manifestare il disagio delle
migliaia di lavoratori che vivono con apprensione questi momenti dove, da una
parte, l’Alitalia in A.S. sta esaurendo la liquidità mettendo a rischio ancora
una volta gli stipendi dei dipendenti e continuità operativa. Dall’altra parte
c’è un negoziato in corso che è condotto con troppa timidezza dal nostro
Governo nei confronti dell’Europa che non sta facendo decollare la nuova
compagnia di bandiera e quindi il progetto di interesse nazionale votato dal
parlamento”. Così in una nota il segretario generale Uiltrasporti,
Claudio Tarlazzi, sulla vicenda. Alitalia.
In un’intervista al Messaggero il ministro del
Lavoro Andrea Orlando assicura l’intenzione di ridurre gli “impatti su
occupazione”. “E’ ancora aperta una interlocuzione con la commissione Ue. Inoltre è giusto difendere i livelli occupazionali e dare a
Ita una dimensione tale che le consenta di essere sostenibile, stabile, di
andare avanti. La trattativa deve tenere conto della situazione che stiamo
attraversando. Non vogliamo che Ita diventi una preda. Siamo consapevoli che se
sarà eccessivamente sottodimensionata questo sarà il pericolo. E’ evidente – continua Orlando – che la compagnia deve
ripartire approfittando della ripresa dei traffici. Sarebbe assurdo non sfruttare la ripartenza”.